Discorso sulla gentilezza amorevole. Lettura del gruppo di Mindfulness di martedì 13 gennaio 2015

Discorso sulla gentilezza amorevole. Lettura del gruppo di Mindfulness di martedì 13 gennaio 2015Discorso sulla gentilezza amorevole

“Questo è quanto deve essere fatto da colui/colei che è abile nel rispetto del bene avendo ottenuto la condizione di pace: sia egli valente, retto, integro, dal cortese eloquio, gentile e non arrogante.

Sia soddisfatto e parco, sia frugale e abbia pochi obblighi, abbia i sensi quieti e sia maturo, non sia impudente e non abbia avido desiderio quando questua nelle famiglie.

Non commetta alcuna vile azione per cui altri saggi possano biasimarlo.
Possano tutte le creature essere felici ed in pace, che la loro mente sia felice.

Che qualsiasi creatura, sia essa mobile o immobile, senza eccezione, lunga, grande, media o corta, minuscola o corpulenta, visibile o invisibile, che viva vicino o lontano, già nata o in procinto di nascere, che tutte queste creature – dico – abbiano una mente felice.

Che nessuno mortifichi l’altro, che nessuno, in qualsivoglia situazione, disprezzi l’altro, che nessuno, per collera o risentimento, desideri il male dell’altro.

Così come una madre difende suo figlio, il suo unico figlio, a costo della vita, allo stesso modo, nei riguardi di tutte le creature, si deve sviluppare un’illimitata attenzione mentale e una gentilezza amorevole per tutto il mondo.
Sviluppi un’illimitata attenzione mentale, diretto verso ogni plaga, senza alcun impedimento, senza inimicizia, senza rivalità.

Quando sta in piedi, cammina o è seduto, quando giace fino a che non si addormenta, sia ben risoluto nella consapevolezza: tale condizione è detta divina, in questo mondo.

Non aderendo ad alcuna opinione, virtuoso ed in possesso della visione interiore, eliminando la brama dei piaceri sensuali, mai più invero entrerà in un grembo materno”.

Suttanipata, 143-152